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Introduzione da Wikipedia
L’Estasi della beata Ludovica Albertoni è un’opera di Gian Lorenzo Bernini del 1674, custodita nella chiesa di San Francesco a Ripa a Roma.
Storia
Ludovica Albertoni, terziaria francescana vissuta a Roma dal 1474 al 1533, fu beatificata nel 1671, anche per le esperienze delle visioni mistiche, dimensione di trascendenza rivalutata e incentivata dalla chiesa romana nel Seicento. Nello stesso anno, la famiglia Altieri decise di dedicarle un altare nella cappella privata in San Francesco: l’opera venne affidata all’ormai settantenne Bernini.
Descrizione e stile dell’Estasi della beata Ludovica Albertoni
Ubicata precisamente nella cappella Altieri, quest’opera affronta con forme più semplici e sobrie il tema dell’estasi cristiana, già toccato nell‘Estasi di santa Teresa d’Avila del 1652. In essa si esprime il più incisivo aspetto religioso delle ultime produzioni di Bernini; la figura della beata è stesa su un letto finemente ricamato nel marmo, il quale è posto in maniera non convenzionale sull’altare della cappella.
Lo spazio della cappella è molto ridotto, ma Bernini riesce comunque a creare un effetto scenografico quale aveva già sperimentato nella cappella Cornaro. Crea due pareti molto inclinate che fanno da quinta allo spazio dove è inserito il sarcofago della beata. La parete di fondo viene arretrata, così Bernini può nascondere due piccole finestre verticali, che danno direttamente all’esterno, creando una illuminazione radente che rischiara la bianca statua rendendola più visibile nella penombra della cappella. Entrando dalla navata principale, la cappella tutta si presenta in maniera improvvisa, in una fitta penombra spezzata solo da un raggio di luce proveniente da una finestrella nascosta; la beata è idealmente elevata grazie alla stretta forma della composizione architettonica.
Una tela di Giovan Battista Gaulli fa da sfondo alla statua di Ludovica Albertoni, volutamente pensata perché le due opere fossero in evidente contrasto: oltre all’ovvia differenza di materiali, il bianco marmo e i colori più cupi del dipinto, è forte la discordanza tra l’agitarsi convulso della figura distesa e la delicata visione paradisiaca alle sue spalle, quasi la pittura fosse la visione stessa della beata.
font. Wikipedia
LA MIA ESECUZIONE
La mia ricerca di riproduzione nasce, come la mio solito, di non limitarmi nella tecnica iperrealistica fine a sé stessa, ma fondendo vari strumenti e tecniche artistiche.
La carta per iniziare: un foglio di puro cotone senza acidi, non decolorato e ruvido, più adatto per l’acquerello che per altre tecniche.
L’immagine l’ho tracciata con un lapis cercando di riportare già ogni minimo dettaglio. Già da questa fase ho iniziato ad apprezzare lo splendore della scultura.
Per prima cosa sono andato a disegnare il letto della Beata con una serie di lapis di varia morbidezza, al cui termine ho colorato con acquerello.
Per la figura, invece, ho scelto una tonalità seppia per avere una resa “monocroma” con i riflessi (o lumeggiature) bianchi.
In finale, il fondo con carboncino per dare maggiore profondità, ma prima ho dato una stesura di blu ad acquerello.
In questo modo ho potuto ottenere un giusto equilibrio tonale tra la figura e il fondo.
CONSIDERAZIONI
Avevo apprezzato la scultura dell’Estasi della beata Ludovica Albertoni prima studiandone le foto e le informazioni su Internet. Spesso, stando proprio nella città mondiale dell’Arte, non mi rendo conto che abbiamo tutto qui a Roma. Sono andato a vederla di persona.
Un’emozione incredibile vederla a pochi metri di distanza, riconoscendo ogni singola piega e sfumatura. Un’esecuzione, quella del Bernini, eccezionale, posizionata in una piccola cappella, quasi insignificante, ma impreziosita da questo capolavoro. La luce che filtra dalla sinistra che inonda la scultura dalla testa per distribuirsi lungo il corpo, come se fosse una luce celestiale.
Questa mia opera è disponibile anche in stampa in tiratura limitata di 30 copie in stampa Gilcée su carta Hanmenhule Fine Art William Turner da 310 gr. in formato A3+, numerate e firmate in originale, con certificazione di autenticità.