Forse sono l’ultima persona qualificata al mondo a dare un giudizio ad una mostra d’Arte di questo livello, ma forse allo stesso tempo, proprio perché non sono qualificato, posso permettermi di dire la mia.
Adoro Amedeo Modigliani, ho letto molte sue biografie e visto il film a lui dedicato (I colori dell’anima). Non potevo perdere l’occasione di vederlo dal vero proprio qui a Roma.
Palazzo Cipolla, Fondazione Roma, questa è bellissima, storica location della mostra, sita in via del Corso.
Entriamo nel Museo
Già l’ingresso nel palazzo introduce bene l’atmosfera, già ci fa capire cosa aspettarci.
Il biglietto è di 13 euro. Incluso nel prezzo l’audio guida, il guardaroba e l’ingresso ridotto per la mostra sull’Oro di Napoli e su Cleopatra. Già si riprendono.
Salite le scale, si va a destra. La luce scende, l’atmosfera si carica e la giusta introduzione al collezionista è doverosa
Jonas Netter
Un illuminato collezionista del XX secolo, un appassionato amante dell’Arte, un uomo che ha saputo vedere lontano, che ha saputo riconoscere i talenti, che ha investito in loro.
Riservato, modesto, difficile trovare una sua traccia scritta e tanto meno un suo ritratto o fotografia (Moise Kisling ne ha fatto un ritratto chiamato Ritratto d’uomo senza chiamarlo per nome e associato grazie al riconoscimento dei suoi eredi), Netter nasce nel 1867 da una famiglia agiata, figlio di industriale e già da giovane viene stimolato dal padre a collezionare opere.
Un mecenate discreto, arguto, sobrio. Come pochi se ne trovano nella storia umana.
Prima della sua morte, Netter cede alcune opere ad alcuni musei in giro per il mondo convinto che possa servire a far conoscere quegli artisti globalmente, alla sua morte alcune altre opere vengono vendute, altre spartite dai suoi due figli.
Lo spazio espositivo
Abbassate le luci si entra nella Parigi dei primi del ‘900. Café du Dome il luogo dove spesso si ritrovavano gli artisti: l’ambientazione è di tre tavolini, una panchina, champagne, una vetrata e musica di sottofondo. Siamo immersi così a Parigi con in piena vista il ritratto e la biografia di Netten.
Si entra nel vivo e l’impatto è suggestivo, l’audio guida descrive bene le opere e gli artisti e il commento critico di Corrado Augias è sempre preciso ed elegante come al solito.
La mostra presenta oltre 120 opere di straordinaria bellezza oltre a Modigliani, anche Soutine, Utrillo, Suzanne Valadon, Kisling e altri artisti che vissero e dipinsero a Montparnasse agli inizi del Novecento durante i cosiddetti “anni folli”, in cui il noto quartiere parigino divenne centro culturale di avanguardia e luogo di incontro di artisti e intellettuali. In questo turbine di cambiamenti e trasformazioni, Jonas Netter ricoprì indubbiamente un ruolo fondamentale.
Alla fine del lungo interessantissimo percorso si giunge alla sala dedicata a Modigliani. Forse in fin dei conti, ci si aspettava di più come quantità di opere, ma comunque vederle è un’emozione incredibile.
Ritratti di Jeanne Hébuterne, di Elvira (l’altra musa ispiratrice del pittore), del commercinate d’arte Zborowski, dell’amico pittore Soutine, disegni, schizzi.
Pezzi splendidi, unici, magici di un pittore che ha iniziato a vedere riconoscimento e gloria appena morto, quando passava il carro funebre per le vie di Parigi.
Una storia triste quella di Amedeo Modigliani, triste di un amore intenso, distruttivo di Jeanne Hébuterne suicidatasi per amore il giorno dopo la morte di Amedeo, con in grembo il secondo figlio al nono mese di gravidanza.
Interessante, istruttivo il video nella saletta attigua del racconto e commento di Corrado Augias.
In conclusione
Ho passato due ore immerse nella contemplazione non solo di opere, ma di un pezzo di storia, di vite, di espressione. Di Arte.
Una mostra da vedere, da assaporare con calma (due ore e mezzo circa), da ammirare anche nell’allestimento curato e delle guide.
E alla fine non poteva mancare l’acquisto del catalogo, da sfogliare con calma e rivivere l’emozione di una grande mostra.